Cappuccetto Rosso, analisi di Giuseppe Sermonti


Secondo l’analisi alchemica di Giuseppe Sermonti, Cappuccetto Rosso, è un piccolo dio Mercurio, il messaggero degli dei. Cappuccetto è messaggera tra la mamma e la nonna, porta il cibo alla nonna, come il dio dai piedi alati, è portatore di farmaci e consolazioni. 
“Va’ un pò a vedere come sta la tua nonna, perché mi hanno detto che era un pò incomodata: e intanto portale questa stiacciata e questo vasetto di burro” (Versione di Perrault, tradotta da Collodi). 
“Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Sii gentile, salutala per me, e va’ da brava senza uscire di strada…” (vers. Fratelli Grimm). 
L’iconografia ci propone un Mercurio con un cappello, il pètaso, qualche volta accompagnato da una mantellina. Difficile poter dire se il colore fosse rosso, rossi sono i capelli di Mercurio rappresentato in un affresco sul viale a Pompei; certo il pigmento rosso è il più antico tra i pigmenti. La polvere di cinabro, dalla cui lavorazione si ottiene il mercurio, è rossa (dal rosso cocciniglia al rosso bruno). Sappiamo che gli Etruschi estraevano la materia prima, per ottenere il colorante rosso, dalle miniere di cinabro del Monte Amiata, in Toscana. Di Mercurio, Cappuccetto rosso ha anche la borsa, il cestino, con cui porta il cibo alla nonna. 
Lo stesso carattere di Cappuccetto, sempre secondo Sermonti, è simile al Mercurio per la tendenza ad associarsi a qualcuno, tendenza quest’ultima che rende Cappuccetto Rosso affabile, ma la conduce anche a fidarsi della compagnia poco raccomandabile del lupo. Il lupo stesso sarebbe un'altra manifestazione del mercurio: il lupo della fiaba ha tutte le malizie ed insidie del cloruro di mercurio, conosciuto anche come calomelano, un prodotto medicinale bianco e dolciastro.
Il nome alchemico del cloruro i mercurio era draco mitigatus, dragone attenuato, mostro nascosto. Questa è la natura del lupo delle fiabe, e precisamente anche quella del calomelano che, per azione degli agenti naturali, si trasforma in una mistura corrosiva grigio-nera, che contiene sublimato corrosivo. 
Il lupo o il dragone attenuato si camuffava lungo la strada che lo porta dalla nonna, cambia voce per ingannare la nonna, si traveste con gli abiti della nonna per ingannare Cappuccetto che però, nota l’ambiguità del travestimento: "O nonna mia, che braccia grandi che avete! … che gambe grandi … che orecchie grandi… che occhioni grandi... che denti grandi che avete!" 
Scrive Sermonti: 
Lo strappo del fiore è il momento della violazione originaria, l'apertura della via verso gli Inferi, che sono in agguato nelle profondità del bosco. Anche Proserpina è intenta a cogliere fiori quando s'apre per lei la via dell'Ade. Qui pure c'è un Ade appostato: il lupo. 
“…baloccandosi a cogliere le nocciuole, a dar dietro alle farfalle, e a fare dei mazzetti con tutti i fiorellini, che incontrava lungo la via…” (vers. Perrault). 
“Disse il lupo: “Guarda un po’ quanti bei fiori ci sono nel bosco, Cappuccetto Rosso; perché‚ non ti guardi attorno? Credo che tu non senta neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne stai tutta seria come se andassi a scuola, ed è così allegro nel bosco!” Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e quando vide i raggi del sole filtrare attraverso gli alberi, e tutto intorno pieno di bei fiori, pensò: Se porto alla nonna un mazzo di fiori, le farà piacere; è così presto che arrivo ancora in tempo. E corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno ancora più bello, correva lì e così si addentrava sempre più nel bosco.” (vers. Grimm). 
Il lupo, intanto nella casetta della nonna, attende con le sue fauci spalancate, come la bocca della fornace, pronta ad accogliere le rosse pietre del cinabro, Cappuccetto Rosso. Sempre Sermonti: 
Il ventre del lupo è una caverna nel folto bosco. Vi giace, nell'oscurità, una bella sepolta o addormentata in attesa di un liberatore. Minerale racchiuso nella miniera, o pietra gettata nel forno; il cinabro attende di tornare scintillante mercurio.
La bambina ritorna alla luce.
“Che paura ho avuto! Era così buio nella pancia del lupo!” Poi venne fuori anche la nonna ancora viva (vers. Fratelli Grimm). Nella versione di Perrault, invece, non c’è nessun cacciatore che salva la povera Cappuccetto.

Su Kokoro di Orlando:

Gli estratti da Alchimia della Fiaba. Giuseppe Sermonti ed.Lindau


Commenti

  1. Bellissimo post, Orlando! Conosco varie interpretazioni di questa fiaba, ma questa del dio Mercurio proprio mi mancava. I tuoi post sono sempre una sorpresa e li leggo con estremo piacere. Bravissima!

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    1. Il merito in questo caso è di Sermonti, il libro analizza anche Biancaneve e Cenerentola.Grazie!

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