Naso d'Argento e la stanza proibita

Nelle fiabe non c’è solo il Principe Azzurro che sveglia dal sonno o dall’incantesimo la giovane futura sposa; esiste nella fiaba anche il mostro, lo sposo predatore o animale.
Bettlheim in Il mondo incantato dedica un paragrafo allo sposo-animale. Barbablù è ritenuto il più feroce “sposo” rappresentato in una fiaba, tuttavia anche nella tradizione italiana troviamo una fiaba, Naso d’Argento, che ricorda la vicenda di Barbablù.

E' una fiaba della tradizione piemontese, zona delle Langhe, inclusa da Italo Calvino nella sua raccolta Fiabe italiane. Questa fiaba rientra in un gruppo di fiabe nelle quali l'iniziativa della rivalsa finale spetta alla protagonista stessa. In questo gruppo, un essere maschile malvagio, uno stregone, un orco o appunto il Diavolo in persona, adesca con l'inganno tre sorelle, una dopo l'altra. Ogni volta attira la prescelta nella propria casa e qui le impone un divieto, quello di non curiosare dietro una particolare porta. Le prime due sorelle disattendono l'ordine, vengono scoperte a causa di un oggetto rivelatore (nella fiaba di Calvino è un fiore che si brucia) e vengono gettate nell'Inferno. La terza, invece, è sufficientemente accorta da disobbedire senza farsi scoprire, anzi nella fiaba Naso d’Argento la ragazza non prometterà di non entrare nella stanza. Decisa a salvare se stessa e le sorelle, elabora un piano per ingannarlo: prima, dopo averle riportate in salvo, le nasconde in una cesta che fa trasportare fino a casa proprio dall'ignaro Diavolo poi architetta una strategia per fuggire a sua volta. La protagonista di Naso d’argento si salverà da sola, è una fiaba di donne: una madre e tre figlie che si liberano e si emancipano autonomamente dalla loro condizione di vittime dell’uomo. 
In Barbablù, invece, la liberazione della donna dalla ferocia di un uomo, avviene attraverso l’intervento di altri uomini, i fratelli della ragazza, ovvero i maschi a cui la ragazza, era appartenuta fin dalla nascita e ai quali ritorna in caso di ripudio o allontanamento dal “coniuge”. 
In tante fiabe esiste il luogo inaccessibile (una grotta - nelle viscere della terra o nelle profondità del mare -, una stanza oscura o un luogo incantato). Cosa custodirà quel luogo?
Si apre una porta e si oltrepassa così la soglia, il confine tra il mondo conosciuto e il mondo sconosciuto, il mondo accessibile solo ad alcuni.

"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore, 
per me si va tra la perduta gente. 

Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina podestate, 
la somma sapienza e 'l primo amore. 

Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro. 
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". 

Queste parole di colore oscuro
vid'io scritte al sommo d'una porta; 
per ch'io: "Maestro, il senso lor m'è duro". 

Ed elli a me, come persona accorta:
"Qui si convien lasciare ogne sospetto; 
ogne viltà convien che qui sia morta. 

Noi siam venuti al loco ov'i' t'ho detto
che tu vedrai le genti dolorose 
c'hanno perduto il ben de l'intelletto". 

E poi che la sua mano a la mia puose
con lieto volto, ond'io mi confortai, 
mi mise dentro a le segrete cose.
(Divina Commedia, Canto III dell'Inferno, 1-21, D. Alighieri)



Ci vuole un Virgilio, un maestro che sia ritenuto persona accorta, una guida che ti conduca tra le segrete cose.
Si apre una stanza e come aprendo il vaso di Pandora si diffondono i mali e il dolore sull’umanità, così aprire la stanza proibita porta dolore e punizione a chi disubbidisce al Dio del tempo: l’uomo. L’apertura della porta da parte della giovane moglie di Barbablù e della giovane serva di Naso d’Argento simboleggiano la volontà femminile di autodeterminarsi in una società patriarcale che le vuole soggiogate a un ruolo di moglie, madre, figlia e sorella. Allo stesso tempo le azioni delle due donne celano la volontà di scavare nelle proprie paure, nel proprio inconscio alla ricerca della conoscenza di se stesse.
Vedi post: Barbablù e le donne senza traccia
Trama di Naso d'Argento

Commenti

  1. Chissà se c'è del vero nella fiaba di Naso d'argento? Visto che Barbablù è ispirato ad un personaggio realmente esistito (tale Gilles de Rais).......

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    1. Io credo che l'uomo che uccide o pratica del cannibalismo nei confronti della donna (quindi se ne impossessa di nuovo) sia un archetipo precedente alla vicenda di Gilles de Rais e che quest'ultimo sia stato poi associato a Barbablù, arrivato "sulla scena" successivamente; però, chissà?!

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