Cenere sei e cenere tornerai. La Cenere di Cenerentola

Cenerentola non è il nome proprio della protagonista della fiaba ma il soprannome che le viene dato dalla matrigna e dalle sorellastre; è il nome che avrà dopo la morte della sua vera mamma: “…doveva giacere vicino al focolare, tra le ceneri. Appariva sempre così impolverata e sporca che iniziarono a chiamarla Cenerentola”. 
Immagine di Arthur Rackham
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Le ceneri sono simboli di mortalità (cenere sei e cenere tornerai), sono il risultato di ciò che rimane della vita, di un corpo che non c’è più. Cosparsa e ricoperta di cenere, Cenerentola porta avanti la sua personale Quaresima. 
Nella versione dei Grimm, Cenerentola è aiutata costantemente dalla madre morta, mentre nella versione di Perrault abbiamo la fata madrina come sostituta della vera madre. 
Dall’incipit della versione dei Grimm, leggiamo: "La moglie di un ricco si ammalò e, quando sentì avvicinarsi la fine, chiamò al capezzale la sua unica figlioletta e le disse: "Sii sempre docile e buona, così il buon Dio ti aiuterà e io ti guarderò dal cielo e ti sarò vicina." Poi chiuse gli occhi e morì. La fanciulla andava ogni giorno alla tomba della madre, piangeva ed era sempre docile e buona. La neve ricoprì la tomba di un bianco drappo, e quando il sole l'ebbe tolto, l'uomo prese moglie di nuovo". 
Da questo momento Cenerentola non potrà più visitare la tomba della madre, e la tomba viene sostituita dal focolare e dalla cenere. Cenerentola trascorre il poco tempo di riposo e la notte accanto al focolare e nella cenere, come fosse più vicina alla morte della madre. Un tempo i focolari erano il luogo dove venivano fatti bruciare i resti dei neonati, soprattutto, quelli non ancora battezzati o, pratica feroce ma comune al tempo stesso, i corpi dei bambini non voluti. Così Cenerentola, in parte veglia su una tomba che rappresenta la madre, ma allo stesso tempo su quella che, in un certo senso, è la tomba della sua infanzia, la sua parte infantile ed innocente che viene quotidianamente bruciata in quel focolare. 
Intanto le Sorelle e la Matrigna: “La ridicolizzavano e gettavano piselli e lenticchie tra le ceneri, cosicché doveva accovacciarsi e raccoglierli uno ad uno.” Questo atto può essere ricollegato ad una prova comune nelle fiabe (la troviamo per esempio in Amore e Psiche riportata da Apuleio), quali la separazione dei semi da altri elementi non commestibili.
Questa era un'attività che veniva realmente svolta dalle donne prima dell'invenzione di macchinari industriali, attività che insegna la pazienza, e la capacità di distinguere il buono da ciò che non è buono attraverso un'attività pratica. Rende acuta la vista (simbolicamente anche quella interiore) della fanciulla che nella sua vita deve essere abile nello scegliere, nel valutare. Cenerentola, nella cenere vive e dalla cenere, unico suo mondo, impara. Cenerentola è, comunque, destinata a “liberarsi” e ad allontanarsi da quel focolare/tomba. La cenere, purificata dal fuoco, è elemento incontaminato, come lo è Cenerentola che, della cenere ora ha acquisito le caratteristiche della purezza e non della sporcizia, come attribuito dalle sorellastre. Per questo la scarpetta di cristallo (o di vetro o d’oro a seconda delle versioni) calza perfettamente alla fanciulla, mostrando il suo stato virginale, mentre le sorellastre devono mutilare il piede tagliando l’alluce o il calcagno, sanguinando e rivelando la loro non purezza d'animo.
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Commenti

  1. dalle ceneri la vita può rinascere come l'araba fenice.
    A me la prima frase, anche se forse con un tono un po' intimidatorio, faceva venire in mente un ciclo oppure "Uomo, ricordati che sei fatto di materia." e quindi anche l'uomo è soggetto alle leggi della natura.
    Non dimentichiamo che poi le sorellastre oltre ad avere il piede mutilato, sono state anche accecate da due colombe mi sembra.

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    1. All'araba fenice è tanto che giro intorno (cioè che sto pensando di fare un post!). La cenere, in un certo senso, è la nostra essenza :)

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  2. Lo sai che dovresti raccogliere le tue osservazioni in un pdf o un ebook?
    Secondo me ne verrebbe un bellissimo lavoro.

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    1. Grazie, in effetti, a parte la mia poca capacità organizzativa, mi piacerebbe. Hai dei consigli da darmi?

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  3. Scoprire sempre qualche nuovo risvolto di questa fiaba è bellissimo! Grazie, Marcella.

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