Oltre lo specchio: Alice, la Regina Grimilde, la Regina delle Nevi...

ll martedì grasso del 7 febbraio del 1497 gli specchi furono oggetto dei Falò delle vanità voluti da Girolamo Savonarola, poiché considerati oggetti peccaminosi, al pari dei gioielli o dei vestiti lussuosi che furono messi al rogo quello stesso giorno in Piazza della Signoria. 

Le fiabe vivono di mistero, immaginazione, riflessione non poteva quindi non essere presente lo specchio, che ha queste caratteristiche innate, in tanta parte della produzione letteraria; lo specchio fa immaginare, fa riflettere e riflette, ed è simbolo di mistero. Lo specchio riflette la nostra immagine e ci pone di fronte al nostro doppio, uguale, anche se ci cambia la nostra destra con la nostra sinistra. Ma lo specchio e lo specchiarsi per rivedere la propria immagine ha sempre attratto gli uomini, basti pensare a Narciso che si ammira in uno “specchio d’acqua”. Specchio tentatore che con il tempo si riteneva catturasse l'anima di chi vi si rifletteva rendendolo schiavo delle sue malie, per questo si riteneva fosse opera del diavolo. Ancora oggi rompere uno specchio si dice porti 7 anni di disgrazie, con il suo frammentarsi infatti, parte della nostra anima, in esso intrappolata, andrebbe distrutta. Si consideri la fiaba di Andersen La Regina delle Nevi: qui il frantumarsi di uno specchio è origine delle vicende dei protagonisti: 
“Un giorno era proprio di buon umore (il diavolo), perché aveva costruito uno specchio che aveva la facoltà di far sparire immediatamente tutte le cose belle e buone che vi si rispecchiavano, come non fossero state nulla; quello che invece era brutto e che appariva orribile, risaltava ancora di più. I più bei paesaggi sembravano spinaci cotti, e gli uomini migliori diventavano orribili o stavano schiacciati a testa in giù; i volti venivano così deformati che non erano più riconoscibili, e se qualcuno aveva una lentiggine, allora poteva essere ben sicuro che questa si sarebbe allargata fino al naso e alla bocca.” 

Ma ad un certo punto lo specchio si frantuma in un numero infinito di schegge, più o meno grandi, e si diffonde per il mondo; uno dei frammenti finisce nell’occhio del malcapitato protagonista, capovolgendone in tal modo le caratteristiche: da buono ed innocente si trasforma in un essere meschino e immorale. Viene rapito dalla Regina delle Nevi, ci troviamo così innanzi ad un gioco di molteplici immagini asimmetriche, interne ed esterne, di ribaltamenti fisici e psichici: i frammenti dello specchio, il palazzo di ghiaccio della Regina, i fiocchi di neve formano un vero inferno di luci e riflessi. Ma cosa accade se lo specchio non si limita a riflettere ma va oltre, riflettendo altre immagini? Accade quello che la favola di Biancaneve ci ha mostrato e grazie a Walt Disney, in modo vivo e indimenticabile: la regina Grimilde non vede se stessa ma altro (forse il diavolo artefice di specchi?) che può interrogare. Non abbiamo più lo specchio passivo che riflette tutto ciò che ha davanti ma uno specchio attivo che riflette (nel senso di pensare) in modo autonomo riuscendo a comunicare all’altro ciò che pensa. Tuttavia, lo specchio della regina, mantiene la caratteristica dello specchio, ossia di riflettere esattamente la realtà circostante e quindi non può mentire. Lo specchio riflette il vero anche quando chi gli è difronte non vede la propria immagine riflessa. Anche nella fiaba La Bella e La Bestia è determinante la presenza di uno specchio: 
“Desidero vedere mio padre!". Subito un largo specchio appeso al muro si appannò lievemente, poi si schiarì, e Bella vide delinearsi nel cristallo la cucina di casa sua. C'erano le sorelle che chiacchieravano allegramente, come se il pensiero di lei e del padre non le sfiorasse nemmeno. Poi ecco sopraggiungere il padre, disfatto dal dolore; sedette tristemente presso il camino, mentre le ragazze lo abbracciavano simulando le lacrime. Quindi l'immagine svanì e Bella si sentì piena di tristezza…”. 
Qui lo specchio non parla ma mostra la realtà altra che sta accadendo nello stesso momento, una presa in diretta di una scena lontana nello spazio ma visibile nel presente. Lo specchio permette un legame/comunicazione con l’aldilà visibile nello specchio. Chi riesce ad andare oltre lo specchio è Alice in Attraverso lo specchio. Qui la superficie liscia, fredda e dura dello specchio diventa acqua, uno specchio d’acqua penetrabile (nel racconto diventa un velo di nebbia) e che conduce ad immergersi in un mondo sconosciuto. “Ti piacerebbe stare nella Casa dello Specchio, Kitty? Chi sa, se ti darebbero il latte là dentro? Forse il latte della Casa dello Specchio non è buono da bere...” per Alice lo specchio ha una propria casa ed è la stanza che si trova dietro lo specchio. Alice entra in un mondo capovolto dove le parole, attraverso i giochi linguistici di Carrol, vengono anch’esse riflesse o deformate in un gioco di specchi. Uno specchio d’acqua è ricco di possibilità: si “rompe” ma facilmente si ricompone e torna a riflettere; possiede l’idea di profondità, invitandoci ad andare “oltre lo specchio” alla scoperta di mondi sommersi.

Commenti

  1. Ecco perché ieri mi fischiavano le orecchie....
    ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io, invece, oggi sono stata colpita negli occhi da un riflesso proveniente dal tuo blog :)

      Elimina
  2. Ecco, "Oltre lo specchio" vorrei leggerlo!

    RispondiElimina
  3. Quello di entrare nello specchio è un desiderio insistente di quasi tutti i bambini.. io personalmente ce l'avevo!! Hai scelto un percorso validissimo che rimanda a moltissime fiabe! La fissazione di questo mito dello specchio è, ancora una volta, medievale: lo specchio veniva attribuito al diavolo in quanto strumento peculiare delle donne, e quindi simbolo di tentazione, naturalmente di 'doppiezza', ecc. Il solito spirito misogino che ereditiamo dall'età di mezzo! Non per niente Savonarola aveva pensato bene di dargli fuoco una volta per tutte, e che non se ne parli più!! Ottimo articolo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me piaceva osservare che, davanti allo specchio, la parte destra e quella sinistra apparivano non coordinate. Ho un libro sulla storia dello specchio, credo sia una delle pochissime copie vendute. Giuste le tue osservazioni, inoltre alcuni ritenevano che lo specchio potesse "catturare" l'anima della persona. E' un argomento affascinante, forse ci ritornerò. Grazie mille!

      Elimina

Posta un commento