Il tappeto volante: volo da fiaba!

Niente di più efficace, per passare da un luogo inospitale ad un altro accogliente, che saltare su un tappeto volante che ti trasporta in un baleno in un luogo amico. Simile alla bacchetta magica per la sua capacità di rivoltare la situazione, ma mentre con l’incantesimo della bacchetta, il protagonista non è consapevole della trasformazione, sul tappeto volante, il protagonista partecipa al viaggio, sa di lasciare un luogo e di raggiungerne un altro, a volte sconosciuto. Non solo, spesso il tappeto volante esegue gli ordini del passeggero principale che così dimostra il suo potere nel far volare il tappeto.
Il tappeto magico o volante fa pensare immediatamente al mondo arabo delle fiabe de Le Mille e una notte, tuttavia, sembra che la sua origine sia da ritrovare in Russia e che, sia stato inserito ne Le Mille e una Notte solo in stesure successive. In questa raccolta il tappeto volante è introdotto nel racconto di del principe indiano Hussain che viaggia nella zona allora nota come Bisnagar e così descritto: Chiunque sieda sul tappeto e desideri passare da un luogo ad un altro sarà, in un batter d'occhio, trasportato in un luogo, vicino o distante, altrimenti difficile da raggiungere se non con molti giorni di cammino.
Nessun tappeto volante è menzionato nel manoscritto Galland, il manoscritto più antico contenente la prima versione della fiaba 282 delle 1001 storie. Nella versione originale di Aladino e la lampada magica, Aladino ordina il rapimento della principessa Badroulbadour e il suo sposo la prima notte di nozze non su un tappeto, ma nel loro letto nuziale, che viene sostenuto attraverso l'aria con il genio della lampada. Il tappeto magico appare per la prima in molte versioni moderne della storia, in particolare nel Walt Disney film d'animazione Aladdin del 1992.
Contrariamente all'opinione popolare, ci sono molto pochi tappeti volanti nelle storie de Le Mille e una Notte. In realtà, nessun tappeto volante è menzionato affatto nel manoscritto Galland, il manoscritto più antico contenente la prima 282 del 1001 storie. Nella versione originale di Aladino e la lampada magica, Aladino ordina il rapimento della principessa Badroulbadour e il suo sposo la prima notte di nozze non su un tappeto, ma nel loro letto nuziale, che viene sostenuto attraverso l'aria con il genio della lampada. Il tappeto magico appare per la prima in molte versioni moderne della storia, in particolare nel Walt Disney film d'animazione Aladdin dal 1992. Il tappeto disneyano però, non fa pensare ad un potere insito in Aladino, ma è un tappeto che guida il “trasportato” verso un futuro migliore; è il tappeto che lo condurrà in una caverna piena d'oro e gioielli; ed è sempre il tappeto che lo aiuterà a corteggiare e conquistare il cuore della figlia del Sultano.
In Russia, invece, il protagonista è Ivan il Principe che troviamo in varie fiabe e leggende del folklore russo. Nei racconti popolari russi, Baba Yaga può fornire Ivan il Principe con un tappeto volante o di alcuni altri doni magici come una palla che rotola davanti all'eroe mostrandogli il viaggio o in un asciugamano che può trasformarsi in un ponte. Questi doni aiutano l'eroe a trovare la sua strada. La BabaYaga, invece, non usa per i suoi voli, nè le scope delle streghe nè tanto meno il tappeto, ma vola a bordo di un mortaio munito di pestello usato come timone.
La leggenda fa risalire la nascita del tappeto volante alla regina di Saba che regala al Re Salomone un tappeto volante di giunchi verdi ed oro tempestato di pietre preziose, come pegno del suo amore. Si dice che un tappeto volante è tessuto su un telaio normale, ma che le sue tinture hanno poteri magici; tinture realizzate con un particolare tipo di argilla con proprietà magnetiche e, dato che la terra è un magnete, deteneva la capacità di librarsi diverse centinaia di metri dal suolo. Altre versioni narrano che è stato Dio a donare a Salomone il tappeto magico. Il tappeto volò rapidamente, portando Salomone da Damasco a Media in poche ore. Il tappeto poteva trasportare fino a 40.000 uomini. Un giorno, Dio, contrariato dalla presunzione di Salomone, per punirlo scuote il tappeto e tutti i 40.000 uomini volano via, trovando la morte.
Segue un estratto dal libro Gli Imperdonabili (Adelphi) di Cristina Campo:
[…]Ma perché vola il tappeto? Ci viene insegnato che nella lingua araba classica una radice comune lega tappeto e farfalla e certo non soltanto per la fascinazione dei colori. Il tessere e l' annodare alludono di per sé alle vicende ordite per gli uomini da invisibili mani. E si sa come il vocabolo greco che indica l' attimo senza ritorno, da cogliere come un fiore miracoloso kairos sia usato per definire un altro indefinibile: la momentanea, lampeggiante fessura tra l' ordito e la trama in cui la spola penetra fulmineamente, come la lama mortale tra i due pezzi di un' armatura. Ma perché vola il tappeto? Un libro pieno di sapienza, che riferisce press' a poco tutto quanto la Persia classica e soprattutto la Persia mistica hanno insegnato intorno ai fili che corrono tra cielo e terra, ci getta forse con negligenza persino la chiavina d' oro che può dare accesso all' ultima stanza del tappeto: questa piccola, ironica terra che può volare. Si allude in questo libro a una ricomposizione spirituale dell' Eden, anzi addirittura di un mondo precedente all' Eden, dove la pietra e la stella, la rosa e il cristallo, la fonte e lo spino, l' animale feroce e il delicato si apparentano in una dimensione che le racchiude tutte, e si direbbe che la quarta non sia la definitiva. Esso racconta di città smeraldine Jabalqua e Jabarsa dalle mille porte dove sono realizzate all' infinito (proprio come in un tappeto persiano) le differenti specie di immagini originarie formanti una gerarchia di gradi diversificati dalla sottigliezza o la densità. Tali città fanno corona, se così si può dire, al Monte Kaf, centro e insieme cerchio del mondo, del quale così spesso è fatto cenno nelle Notti: cuore di quella inestricabile cosmogonia che è la Storia di Hasib el Karim o della Regina dei Serpenti. Ancora, come il tappeto, la superficie di quelle città è quadrata, indizio di perfezione e di totalità. Che il tappeto orientale voglia offrire uno specchio della divina freschezza di un mondo senza colpa ce lo dicono, d' altra parte, i quattro fiumi paradisiaci che nascono talvolta dalla nicchia d' orazione: così essi sgorgano nei mosaici cristiani, mutati nelle fonti cristalline dei Vangeli, dalla roccia su cui si erge l' Agnello, o traversano tragicamente il manto cosmico del vescovo bizantino. I mistici cristiani leggevano nell' orto misterioso del Cantico un' immagine del giardino dell' innocenza, dove l' anima non è impegnata in altra operazione che sorvegliare dall'inizio della primavera la crescita dei fiori. Siano comunque edeniche o precedenti all'Eden queste terre trasfigurate, queste terre in visione, non vi perviene per gradi quell'intrepido viaggiatore, colui che si raccoglie in orazione sul tappeto? Qui si trova il sentiero che conduce alla sorgente di vita.... E' ragionevole che le meditazioni di tali uomini si concludano qualche volta in levitazioni, in quei voli nei quali il corpo sembra scoccare dall'arco teso della mente rapita. Di simili stati, così abituali nella storia della contemplazione occidentale, un san Giuseppe da Copertino è forse la testimonianza massima. La danza contemplativa di san Domenico, librato da terra sulla punta degli alluci, mani tese e congiunte sopra la testa come una freccia ne offre un profilo ancora più grafico. I due enigmi si scioglierebbero, allora, mutuamente e simultaneamente: il tappeto vola perché è terra spirituale, i disegni del tappeto annunciano quella terra, ritrovata nel volo spirituale. (testo completo)

Commenti

  1. Be', questo sì che è interessante! Ero davvero convinta che il tappeto volante fosse di tradizione araba. Grazie per averne parlato! :D

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    1. Grazie a te! Mi hanno sempre affascinato i tappeti volanti e anch'io, facendo questo post, ho scoperto cose che non sapevo :)

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  2. Nel film "Il ladro di Baghdad" (1940), liberamente ispirato a "Le mille e una notte", compare anche il tappeto. In questo caso, esso non va al principe ma al fido ladruncolo che lo accompagna (una specie di Aladino). E il tappeto, pur non avendo origini divine, è stato creato per portare chi l'ha tessuto in paradiso - salvo poi servire a ben altro scopo!

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