Il Castello nelle fiabe

Quando pensiamo ad un castello, le immagini che si presentano nella nostra mente sono, di solito, due: il tipico castello medievale, mastodontico e oscuro e il castello esile, di colore bianco, slanciato verso il cielo (che spesso ritroviamo nei film d' animazione della Walt Disney).
illustrazione di Sara Gibb
Il castello risiede spesso in alto, in posizione dominante, di chi tutto vede e sorveglia e, allo stesso tempo, può essere visibile da ciascuno, il castello non si nasconde, ma, pur visibile, immediatamente appare alla vista inaccessibile per le sue dimensioni e la sua prospettiva di dominio; spesso luogo fortificato e quindi da conquistare, reso inaccessibile da un fossato o da un labirinto o dai rovi che per 100 anni sono cresciuti intorno alla Bella Addormentata nel Bosco.
Un mezzo che può isolare o, allo stesso tempo, rendere il castello accessibile è il ponte levatoio:
“…la riva da cui parte (il ponte) è, di fatto, questo mondo, cioè lo stato in cui l’essere che lo deve percorrere si trova in quel momento, mentre la riva a cui giunge dopo aver attraversato gli altri stati della manifestazione è il mondo principale; una delle due rive è la regione della morte, in cui tutto è sottoposto al cambiamento, e l’altra è quella dell’immortalità [… ] la parte del ponte già percorsa deve normalmente essere “perduta di vista” e divenire come se non esistesse più...”. Racchiude quindi in sé, l'idea del viaggio dell'Uomo, con la sua luce e la sua oscurità; la scoperta, la conquista del castello è l'incontro con il nostro inconscio, i sotterranei oscuri sono le nostre parti che non abbiamo ancora riportato alla luce: ecco che all'interno del castello si può ripercorrere la discesa agli Inferi di tanti eroi classici.
Tutte queste qualità fanno del castello uno stimolo alla scoperta perché ritenuto luogo di realtà parallele: ciò che accade nel castello è sconosciuto ai più, per cui tutto vi può accadere. Vi sono le luci e i fasti e i tesori scintillanti, ma nello stesso castello si trovano i sotterranei, la regina che diventa strega consultando uno specchio solo a lei consultabile; rappresenta le caratteristiche simboliche della notte e del giorno.Ermetico come uno scrigno, che nasconde tesori, fanciulle segregate o protette, l'acqua della vita o della giovinezza.
Il castello ha in sé l'idea di eternità e per questo condivide la stessa caratteristica del “C'era una volta...” entrambi permeati dell'idea di luogo ed evento lontano che, la magia delle parole di chi racconta, riporta qui nel presente.
E' il luogo dove il principe valoroso si ricongiunge alla fanciulla, sentiamo in proposito O.M.Aivanhov in "La Forza sessuale o il Drago Alato":
"Il drago non è altro che la forza sessuale. Il castello è il corpo dell'uomo. In tale castello sospira la principessa, cioè l'anima che la forza sessuale mal dominata tiene prigioniera. Il cavaliere è l'ego, lo spirito dell'uomo e le armi di cui si serve per vincere il drago rappresentano i mezzi di cui lo spirito dispone: la volontà, la scienza per dominare la forza sessuale ed utilizzarla. Perciò, una volta dominato, il drago diventa il servitore dell’uomo, gli serve come mezzo per viaggiare nello spazio, perché il drago ha delle ali. Sebbene sia rappresentato con una coda di serpente - simbolo delle forze sotterranee - possiede anche delle ali. È chiaro, semplice: è l'eterno linguaggio dei simboli".
illustrazione di Ruth Sanderson
Gli abitanti del castello spesso sono afflitti dalla tristezza e ben lontano dalle gioie che occhi esterni potrebbero supporre: personaggi solitari e dispotici, la loro mente oscura e contorta come i sotterranei e le stanze che si susseguono lungo scalinate che avvolgono torri che fungono da carceri, è una mente spesso malata e delirante (si pensi a personaggi come Barbablù). A queste figure si contrappone spesso la giovane fanciulla che nel castello o nella torre del castello viene reclusa, un sole oscurato. Ci attraggono questi personaggi che vivono il loro delirio che si identifica con i labirinti del castello stesso; il malato ne uscirà morto oppure trasformato se è vittima di un malefico incantesimo, la morte o il termine dell'incantesimo farà riemergere il Sole dalle tenebre; il castello sembra così il luogo di espiazione di un malessere, congenito o indotto che sia. In questo caso il castello può rimanere abbandonato, un castello fantasma, diverso da quei castelli dove il ritorno alla vita dei personaggi, il loro essere vittoriosi nei confronti del male, è festeggiato intorno ad un banchetto dove i "riemersi" vivono e danno vita al castello che li protegge.




Commenti

  1. Il Castello ha infatti una duplice valenza sia nelle fiabe che in tutti gli altri tipi di racconto: da un lato rappresentano la forma di salvezza dal mondo esterno, dall'altro lato testimoniano l'isolamento di chi ci vive ed un forte senso di solitudine!
    Ciao Marcella, è sempre un piacere rileggerti!

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    1. Ciao carissimo Nick!! Immagino che anche te sia attratto dal fascino misterioso dei castelli. Grazie :)

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  2. Fa sempre piacere leggere i tuoi approfondimenti *_* Quanto è bella l'interpretazione del castello come luogo in cui ritrovare se stessi :O Non lo avevo mai pensato in questi termini, piuttosto lo intendevo come luogo-altro.
    Anche io ne subisco il fascino eh! :D
    Ciao Marcella e a presto!

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    1. Ciao Glò, grazie! In un certo senso ritroviamo l'altro-noi (è un po' forzata come interpretazione?). Già! il castello è proprio un qualcosa che incanta :)

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    2. Non penso sia forzata, perché effettivamente il castello - per quel che si è detto - potrebbe anche rappresentare la parte nascosta (o oscura) in cui indagare.

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