“Non ho una madre” disse Peter.
Non solo non
aveva una madre, ma non aveva il minimo desiderio di averne una.
Pensava che
fossero persone sopravvalutate.
Wendy, tuttavia, sentì subito odore di
tragedia.
J. Barrie, Peter e Wendy
Quando, il 1° maggio del 1912, fu presentata la statua di Peter Pan nei
Giardini di Kensington, come omaggio al personaggio fiabesco, il suo autore
James Matthew Barrie commentò: "Non vi traspare il demone che è in
Peter". E chi, meglio di lui, poteva conoscere il carattere e le dinamiche
della sua creatura? Eppure il vero Peter Pan è fuggito dalle intenzioni del suo
autore ed è stato interpretato in modo opposto: gioioso, gentile, difensore dei
bambini condizionati dagli adulti. Aiuta i bambini scomparsi (morti) a passare
nell’aldilà, un giovane, piccolo traghettatore di anime. Bellissimo l’episodio, dove all’interno dei giardini di Kensington
trova una bambina, Maimie Mannering, l’unico essere umano oltre a lui, ma la
bambina è morta e lui vuole portarla con sé. La bambina desidera vedere la
madre, ma sa che se seguirà Peter Pan non potrà più vederla, Peter Pan la
lascia andare e la bambina torna alla vita, dopo essere rimasta, forse per una
notte, nei giardini di Kensington. Manderà in dono a Peter una capra.
In questi Giardini sono presenti due lapidi che riportano i nomi di una
bambina, Phoebe Phelps e di un bambino, Walter Stephen Matthews (in realtà sono
due pietre miliari con le inziali W St. M e PP ad indicare le due parrocchie di
Westminster St. Mary e Paddington), entrambi caduti dalle carrozzine e Peter,
che li aveva trovati, aveva inciso i loro nomi sulle lapidi. Phoebe di 13 mesi
e Walter, probabilmente più piccolo, morti prima dei due anni che, come ci dice
Peter Pan, “i due anni sono il principio della fine…” ossia quell’età in cui i
bambini cominciano a dimenticare come si svola (in Peter Pan i bambini prima di
venire al mondo sono degli uccelli che vivono nei giardini di Kensington),
smettono di credere nelle fate (sempre presenti nei Giardini) e, forse per
questo, la fantasia di Barrie colloca Walter e Phoebe lì: non erano ancor stati
“contaminati” dalla crescita. Ma perché questa attenzione per i bambini non
cresciuti, non per loro volere, ma per decisione del destino?
Come spesso accade la risposta è nell’infanzia dell’autore. All’età di
6 anni James Barrie perse il fratello di 13 anni, David. Era il preferito dalla
madre la quale, dopo la morte del prediletto, si chiuse per un lungo periodo in
un silenzio che il piccolo James cercò di abbattere indossando l’identità del
fratello: indossava i suoi vestiti, cominciò a fischiettare come faceva lui e
così facendo, forse, uccise il piccolo Matthew James Barrie che non divenne mai
adulto. Il giorno in cui morì David, in realtà, morì anche James. Rifiutato dal
dolore della madre, dolore che ricordava come lui non fosse il preferito.
Francesco Cataluccio, nel saggio "Immaturità - La malattia del nostro
tempo" (Einaudi) definisce così le caratteristiche comportamentali di
Peter Pan: "Irresponsabilità, ansia da abbandono, solitudine, narcisismo
sono le caratteristiche del personaggio Peter Pan". Stesse caratteristiche
riscontrate in Barrie, vittima del dolore della madre e poi vittima del culto
della madre con cui Barrie instaurò un rapporto quasi di simbiosi. Il primo tra
i bambini perduti, dell’Isola che non c’è, è proprio l’autore. Nel mondo degli
adulti Peter salva, e non sempre, soltanto le mamme. Peter Pan è a capo di un
gruppo di bambini perduti, per i quali è alla continua ricerca di una mamma,
che troverà in Wendy; cerca qualcosa per gli altri bambini che nemmeno lui ha
avuto: una madre che lo avrebbe fatto crescere e diventare adulto, questo potrebbe essere il demone a cui si riferisce J. Barrie, la parte adulta che non è riuscita a compiersi ma è rimasta incatenata al dolore dell'infanzia.
Un Peter Pan "muto":
Peter Pan (1924) di Herbert Brenon
...e il Peter Pan "cantato" nel post di AlmaCattleya
Un giorno sono andata in libreria per chiedere di Peter Pan. Mi è stato chiesto "Vuoi il testo teatrale o il testo per bambini?" Ovviamente ho preso il testo teatrale.
RispondiEliminaSi pensa che l'infanzia sia un'età leggiadra perché ancora i problemi della vita non si sono presentati eppure nell'infanzia ci sono dei pericoli e per questo le fiabe sono così macabre.
La storia di Peter Pan è tragica e viene subito il pensiero a Barrie e la sua tragedia: non ha potuto vivere appieno la sua infanzia.
P.S.: Chissà se mister Barrie vedendo il mio disegno di Peter Pan che c'è su Aulonia sarebbe rimasto contento. Avrebbe visto anche lui il demone?
L'infanzia è un periodo pericoloso perchè i bambini sono vittime o comunque, a contatto, con i problemi non risolti degli adulti.
EliminaMagari Barrie avrebbe apprezzato più il tuo disegno che la statua nei giardini di Kensington (eh, mannaggia, il destino!)
per non parlare poi degli adulti che non li ascoltano perché tanto "...sono bambini".
Eliminati ringrazio molto.
se un giorno farò un post su Peter Pan inserirò senz'altro questo e anche quel post che hai nel blog roll.
Sai sono curiosa di leggere anche "The white bird" ovvero la prima comparsa in assoluto di Peter Pan. Chissà se l'hanno mai editato.
Titolo L' uccellino bianco
EliminaAutore Barrie James M.
Prezzo
Sconto 15% € 11,90
(Prezzo di copertina € 14,00 Risparmio € 2,10)
Sì, col titolo: "L'uccellino bianco".
Dati 2011, 270 p., brossura
Traduttore Pecchi L.
Editore Nobel
Disponibile anche in eBook a € 4,99
Un'analisi splendida. Sono capitato qui cercando le caratteristiche di Peter Pan e in parte hai risposto ai miei dubbi. Rileggerò di sicuro le opere di Barrie ;)
RispondiEliminaGrazie, davvero gentile! Barrie ha una storia personale che sa rendere affascinanti i suoi personaggi più di quanto appaiano ad una prima lettura. Bene arrivato in questo blog :)
EliminaGrazie Marcella! Leggere per la prima volta "Peter Pan nei Giardini di Kensington" mi ha fatto scoprire il vero Peter Pan, assai più interessante di Peter Pan e Wendy... Questa è la versione con le illustrazioni a colori della prima edizione, disegni stupendi!! https://goo.gl/WB45Kk
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