Le Maître chat, ou le Chat bottè, così è il titolo con cui Perrault indica le vicende del Gatto con gli Stivali nei suoi Contes; ma questa volta, non possiamo in alcun modo dire che la fiaba su questo splendido e scaltro felino che indossa distintamente dei grossi stivali (figg. 34, 35), possa essere stata scritta per primo da Perrault. Viene, infatti, attribuita a Giovanni Francesco Straparola ne Le piacevoli notti, con il titolo Costantino fortunato (Fiabe, Ida Porfido). La maggior parte di noi conosce la storia del Gatto con gli Stivali con personaggi di sesso maschile, all’infuori della principessa ovviamente; ma se leggiamo Costantino fortunato, scopriamo che il Gatto è una Gatta e che ai tre giovani non viene lasciata l’eredità dal padre, ma dalla madre. Per il resto le varie versioni hanno molti punti; il fatto stesso dell’eredità, per esempio, è un inizio che ci suggerisce tali affinità: al figlio più giovane, umile di cuore in proporzione a quanto povero, viene lasciato un gatto, che parlando con il suo padrone gli rivela le sue intenzioni, promettendogli di farlo ricco.
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1. illustrazione di Carl Ohhterdinger |
Nelle illustrazioni di Crane e di Carl Offterdinger viene evidenziata quest’umiltà di cui parlo e si vede il giovane attento ad ascoltare quel che il Gatto ha da dire. Con Offtenrdinger, siamo all’interno di un’abitazione dall’arredamento piuttosto povero (fig.1), mentre con Crane siamo all’esterno, e alle spalle del giovane vediamo i due fratelli intenti ognuno col dono ereditario che ha ricevuto, abbiamo quindi un quadro generale della situazione (fig. 2).
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2. Illustrazione di Walter Crane, 1860 |
3-4 Edmund Morin
<<M’hanno assicurato,- disse il Gatto,- che voi avete il dono di cambiarvi in ogni specie di animali, e potete, per esempio, trasformarvi in leone o in elefante.>> (I Racconti di Mamma Oca, Charles Perrault).
È esattamente questo che il Gatto dice nella fiaba di Perrault. L’Orco subito si trasforma in leone, ma il Gatto non è contento e gli chiede di trasformarsi in un animale più piccolo perché non riesce proprio a crederlo possibile. Ed ecco che l’Orco, da leone diventa topo e il Gatto se lo mangia. La rappresentazione dell’Orco ha fatto sbizzarrire gli illustratori, chi, come Crane ci mostra un uomo con volto leonino e ai suoi piedi un realistico Gatto con gli stivali fig.6; chi, invece, come Rackham, lo raffigura come un uomo slanciato dalle orecchie a punta e il naso adunco, che ascolta interessato quel gatto tanto bizzarro che si è presentato a lui con vesti da umano, e per giunta ben vestito (fig.5); e chi, come Morin, ci fa vedere un vero leone, da cui il Gatto si mette subito al riparo (fig.3).
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Gustave Dorè |
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6. W. Crane |
Tiziana Ricci è un'illustratrice diplomata all'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto il corso di Fumetto e Illustrazione. I post pubblicati su Fiabe in Analisi sono un estratto dalla sua tesi sulla tradizione orale, scritta e disegnata della fiaba dal titolo La Fiaba sulla Fiaba, (relatrice Prof.ssa Paola Pallottino).
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