La più antica versione della fiaba di Cappuccetto Rosso è la versione scritta da Perrault nei Contes (Le Petit Chaperon Rouge); in questa versione la bambina viene mangiata dal lupo. Il suo destino non può che essere questo. Il tema di questa fiaba è la contrapposizione tra la sicurezza della proprio casa e il pericolo che si può incontrare all’esterno. Perrault, come per ogni sua fiaba, ci offre una morale:
“Qui si vede che i bimbi, ed ancor più le care
Bimbe, così ben fatte, belline ed aggraziate, Han torto di ascoltare persone non fidate,
Perché c’è sempre il Lupo che se le può mangiare. Dico il Lupo perché non tutti i lupi
Son d’una specie, son d’una specie, e ben ve n’è di astuti
Che, in silenzio, e dolciastri, e compiaciuti, Inseguon le imprudenti
Fin nelle case. Ahimè, son proprio questi
I lupi più insidiosi e più funesti!“
Già lo sapete, ci sono state molte discussioni su quello che Perrault intendesse realmente con queste parole e tra le più attendibili risulta essere, almeno per quanto mi riguarda, quella del lupo come metafora dell’uomo silenzioso, dolciastro e compiaciuto, come scrive Perrault. Quell’uomo che all’apparenza è ben vestito e fa il galante, ma che in realtà non vuole altro che “mangiarti”. Ebbene sì, l’altra metafora, secondo gli studi della tradizione orale sta in questa parola “mangiare”, come se in realtà intendesse “abusare”. Fatta questa premessa veniamo alla storia iconografica della piccola Cappuccetto Rosso.
 |
Fig.1 Vignetta a guazzo. Anonimo |
Questa ricerca parte proprio dal suo nome. Perché Cappuccetto
Rosso? All’epoca di Luigi XII il cappuccio era simbolo della più bassa
borghesia e nel XVII secolo, invece, era già fuori moda. Già da qui si può
forse dedurre il perché la bambina abitasse in un villaggio poco fuori dal
bosco. Inoltre, da sempre, nelle illustrazioni la bimba viene rappresentata con
una mantellina fornita di un pezzo di stoffa per ripararle il capo, che
sembrerebbe essere proprio un cappuccio. Per quanto riguarda il colore rosso,
non si fa altro che continuare la nostra ricerca nella storia. Si ipotizza
infatti, che le donne avevano l’abitudine di risvoltare il cappuccio tanto da
farne vedere la fodera, che era sempre di colore rosso (Ida Porfido,
Fiabe,
Venezia, Marsilio, 2002). Fatto sta che il colore rosso attira molto
l’attenzione e una bambina, pure se in mezzo a un fitto bosco, è facilmente
visibile a qualunque lupo.
 |
Figg.2 e 3. Gustave Dorè per Le Peit Chaperon Rouge in
Les Contes de me mère l'Oye, Charles Perrault, 1697 |
 |
Fig.4 Gustave Dorè |
Ogni fiaba ha delle scene clou. In
Cappuccetto Rosso
possiamo individuare: la mamma con la bambina; il Lupo che mangia la nonna;
l’incontro tra Cappuccetto Rosso e il Lupo, e Cappuccetto Rosso e il Lupo nel
letto della nonna. Nella mia galleria vi offrirò un’illustrazione per ognuna di
queste scene, ma ora sono le ultime due sulle quali voglio concentrarmi:
l’incontro tra Cappuccetto Rosso e il Lupo, e i due nel letto, sono in assoluto
le più rappresentate.
 |
Figg. 6,5 The Blue Beard Picture Book, illustrazioni di Walter Crane, ed G. Routledge c. 1875 |
La prima illustrazione che vado presentando è una vignetta a
guazzo di cui non si conosce l’autore
(Fig. 1). Qui Cappuccetto Rosso è
raffigurata più come una donna anziché una bambina e, come scrive Francesca
Tancini nella sua Tesi di Laurea (
Cappuccetto Rosso. Le immagini e il testo.
Evoluzione figurativa e analisi iconografica della fiaba di Charles Perrault,
A.A. 2002/2003), la protagonista in questa illustrazione
sembra più accarezzare il Lupo, anzi che averne paura. Ovviamente, non potevo mancare di
presentare ancora alcune delle opere di Gustave Dorè, poiché illustrò l’intera
raccolta dei
Contes.
 |
Fig. 7 Illustrazione di Vimar per Les Contes di Perrault, Paris, 1897 |
Ed ecco che ci rende partecipi proprio delle scene clou:
Il lupo che sorprende la nonna nel letto
(fig.3), Cappuccetto Rosso che
incontra il lupo
(fig. 2) e la bambina appena apprestatasi a
entrare nel letto
col lupo
(fig. 4). Nella prima
scena
(fig. 3),
il lupo, dalle sembianze molto realistiche, è in piedi
su uno sgabello rovesciato; l’anziana signora si volta, con un’espressione che
secondo me, appare tranquilla, più sconcertata, ma che forse rappresenta
l’attimo che precede il momento della paura, o forse il lupo sarà troppo svelto
e la nonna della bambina non avrà tempo per provare timore verso quella
creatura. L’incontro tra Cappuccetto Rosso e il Lupo, è illustrata così da dare
l’impressione che i due stiano parlando. Il Lupo gira attorno alla bambina come
se volesse studiare la sua preda e lei sembra timida più che intimidita
(fig.2). L’ultima scena di Dorè presente nella mia galleria è quella del Lupo e
la bambina nel letto
(fig. 4). Ora sì, Cappuccetto Rosso sembra non fidarsi,
non è sua nonna quella accanto a lei, con la tipica cuffia dell’epoca, ora ha
capito, quello è il Lupo e sa quale destino l’aspetti.
 |
Fig.8 B. Montresor. Cappuccetto Rosso, Milano 1995 |
Da quest’ultima
scena sembra aver
preso spunto Montresor, che ci mostra la stessa identica
raffigurazione se non fosse che la vediamo in speculare
(fig. 8). Nella mia
galleria, le altre due illustrazioni concernenti la scena del letto sono, una
di Arthur Rackham
(fig.10) e l’altra del più recente Emanuele Luzzati
(fig.11).
La Cappuccetto Rosso dell’illustratore londinese è già arrivata nella casa
della nonna, ma deve esservi appena entrata perché porta ancora in mano,
nascosto sotto il mantello, il cestino pieno di fiori.
 |
Figg 9,.10 illustrazioni di Arthur Rackham per Little Red Riding Hood, 1902 |
La fanciulla scosta pian
piano la tenda del letto a baldacchino pensando che lì dietro vi sia la nonna,
ma quello che noi vediamo non è altri, come da fiaba, che il lupo travestito,
che indossa persino gli occhiali della povera vecchia; occhiali che, anche se
senza stecca, in Dorè stanno per cadere dal letto
(fig.2). Nell’illustrazione
di Luzzati
(fig.11) invece, Cappuccetto Rosso è appena arrivata nella casa dell’anziana
signora. Ecco che quindi la vediamo fare capolino dalla porta di casa, con
espressione incerta. Il lupo, che probabilmente l’ha invitata a entrare già è
pronto nel letto camuffato da nonna, pronto a gustarsi un bel pranzetto
. Un’interessante interpretazione del Lupo è in
The Blue Beard Picture Book, illustrato da
Walter Crane (Routledge, Londra c. 1875). Nel suo
Red Riding Hood, Crane
illustra ogni scena della fiaba, dall’ingresso del lupo nella casa della nonna
all’incontro del lupo con la bambina. Nell’illustrazione relativa all’incontro,
notiamo le sembianze che l’illustratore ha voluto dare al suo lupo.
 |
Fig.12 illustrazione di George Frederic Watts |
 |
Fig.13 illustrazione di John Everett Millais |
Non si
tratta di un lupo realistico come per Dorè, o meglio, le sembianze sì, sono di
un vero lupo, ma siamo di fronte ad un atteggiamento antropomorfo, senza contare che l’anima e indossa anche degli abiti, che lo fanno sembrare il
classico gentiluomo, quel classico gentiluomo dal quale Perrault ci dice di
stare alla larga. La giacca del lupo sembra essere fatta con la lana di una
pecora, quasi come se volesse far capire a chi guarda che non si tratta di un
lupo buono, ma della tipica figura del “lupo travestito da pecora”
(fig.6).
Accanto a lui c’è la bambina che sembra essere stata appena interrotta nel suo
cammino verso la casa della nonna. Indossa un lungo mantello e dei lunghi
manicotti, che ritroviamo anche indossati dalla madre nella prima illustrazione
di Crane
(fig.5).
 |
Fig.11 illustrazione di Emanuele Luzzati, 1988 |
Al tanto famoso incontro tra Cappuccetto Rosso e il Lupo
hanno dedicato un’illustrazione anche
Rackham e Vimar.
Rackham questa volta
non ci mostra
un primo piano,
vediamo i personaggi lontani,
in un bosco
che non è folto, come
se ci volesse
suggerire che ci
siamo addentrati da poco
(fig.9), cosa che invece raffigura Vimar, i
due, in piedi l’uno di fronte all’altra. Il
lupo questa volta
non indossa abiti,
e la bambina
ha una semplice
cuffietta a indicare
il cappuccio rosso
(fig.7). Come già vi ho detto, anche la pittura fu molto influenzata
dalla fiaba, ed ecco che di Cappuccetto Rosso ci vengono offerti dei ritratti,
con i quali chiudo la galleria di questa fiaba. Per la mia galleria ho scelto
due dipinti che presentano una grande differenza sulla sua raffigurazione. Nel
primo, dipinto da Watts, la nostra protagonista è una bambina in tutto e per
tutto, che tiene stretto il suo prezioso cestino
(fig.12). Nel quadro di
Millais, invece, abbiamo un bel profilo, appartenente a una ragazzina
(fig.13).
Tiziana Ricci è un'illustratrice diplomata all'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto il corso di Fumetto e Illustrazione. I post pubblicati su
Fiabe in Analisi sono un estratto dalla sua tesi sulla tradizione orale, scritta e disegnata della fiaba dal titolo
La Fiaba sulla Fiaba, (relatrice Prof.ssa
Paola Pallottino).
I blog di Tiziana:
http://lartitti.blogspot.it/
I prossimi post de La Galleria delle Fiabe:
venerdi 12 ottobre: Barbablù
lunedì 22 ottobre: Il Gatto con gli Stivali
lunedì 29 ottobre: Cenerentola
lunedì 5 novembre: Pollicino
lunedì 12 novembre: Biancaneve
Le illustrazioni di Arthur Rackham mi ricordano un paio di librettini che leggevo da piccolo. Ora ho quasi paura di prenderli, perché so che saranno diversi da come li ricordo. Ce li ho ancora, però.
RispondiEliminaA parte Rackham, ho un'ammirazione smodata per Doré.
Fammi sapere se hai deciso di fare questo viaggio nei ricordi della tua infanzia, conosco la sensazione: e se poi ti sei confuso? Aprire o non aprire il cassetto dei ricordi? anche questo è un dilemma :)
Eliminaconcordo con voi :)
EliminaIo mi unisco al gruppo "ammirazione smodata per Dorè", ma l'ho già detto in tutti i post della galleria! In questo post però mi ha colpita molto anche l'opera di John Everett Millais.
RispondiElimina