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Illustrazione di Walter Crane Per altre immagini de Il gatto con gli stivali vai alla Galleria delle Fiabe |
La fiaba non ci dice quanto giovane fosse il ragazzo, ma sembra quasi che da parte del gatto con gli stivali ci sia una forma di adozione nei confronti del giovane, come se prendesse il posto del padre deceduto. Il padre ha lasciato il gatto al figlio o il figlio al gatto? Il gatto con gli stivali, nuovo padre, ribattezza il suo padrone, nominandolo Marchese di Carabà; gli dà quindi non soltanto un nome ma anche un titolo, elevandolo di grado e avvicinandolo così a ciò che diventerà: marito della figlia del Re. Il gatto con gli stivali è un fiabesco dio Mercurio (Hermes). Anche il nostro gatto ha i piedi “alati” muniti di stivali che lo fanno viaggiare velocemente e annunciare l’arrivo del suo padrone; così Mercurio, il messaggero degli dei, è munito di calzari alati. La velocità dei piedi è uguale alla velocità della mente astuta che entrambi hanno (Mercurio/Hermes è il dio protettore di chiunque mostri abilità e astuzia).
Il gatto con gli stivali, persuade, gioca d’astuzia, incanta con la parola, forse chissà fa anche le fusa, fino a riuscire a raggirare l’orco simbolo di chi si limita a soddisfare i bisogni istintivi, e materiali e non vince con la mente. Il bagno in acqua (che il gatto ordina al suo padrone, chiedendogli di simulare un annegamento) oltre a ricordare il battesimo con cui il gatto cambia identità al ragazzo, come detto prima, ricorre anche nella mitologia romana legata a Mercurio. La festa legata al Dio Mercurio (15 maggio) prevedeva che i mercanti, a lui devoti, purificassero se stessi e le loro merci con l’acqua della fonte che scaturiva nei pressi della porta Capena. Anche il padrone del gatto con gli stivali esce dall’acqua pulito e purificato: non ha più i suoi vecchi abiti di povero figlio di mugnaio tanto che il Re ordinerà di fornirgli gli abiti più adatti al suo rango di marchese; e indossati gli abiti diventa a tutti gli effetti un marchese.
è davvero particolare come colui che viene considerato da tutti il buono a nulla in realtà alla fine risulta vincente.
RispondiEliminaoltre ad aver letto la versione più famosa, ne ho letto un'altra di Basile (intitolata Gagliuso) ambientata a Napoli dove il finale è un po' più diverso. Il ragazzo, felice di quanto il gatto sia stato utile, gli promette che quando morirà (il gatto), lo imbalsamerà e lo metterà in una gabbia d'oro.
3 giorni dopo la moglie di Gagliuso lo trova morto e il ragazzo dice: "Meglio a lui che a noi. Prendilo per una zampa e gettalo da una finestra." Ma il gatto, che s'era finto morto, lo rimprovera e se ne va con queste ultime parole che sanno molto da morale di una favola "Dio ti guardi da ricco impoverito e da pezzente quando è risalito."
Grazie,che bella la versione di Basile, c'è tutta l'astuzia del gatto.
EliminaInteressantissimo il collegamento gatto-Mercurio
RispondiEliminaNon credo che Mercurio-Hermes abbia a che fare col gatto con gli stivali. La potenza di questo gatto deriva dalla sua vicinanza alla dea gatto egiziana, Bastet. In Egitto i gatti erano una sorta di geni tutelari della casa e la famiglia, in cui per esempio moriva un gatto in un incendio scoppiato in casa, aveva un pronostico fortemente negativo. I gatti venivano offerti piccoli e interi alla dea Bastet, mentre i gatti di casa venivano seppelliti secondo canoni rituali. Queste informazioni le da Erodoto nelle Storie. Per un approfondimento del gatto nell'antico Egitto vedi http://www.midi-miti-mici.it/racconti/la_credenza_del_gatto_nero_page.asp?gatto=La_tradizione_dei_gatti_nell_antico_Egitto
RispondiEliminaGrazie mille per la segnalazione :)
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