Il corvo, si presta, dal punto di vista simbolico, ad una lettura negativa e positiva. E’ il corvo simbolo del Sole e della Luce ma anche della Morte eterna. Con Testa di Corvo gli alchimisti indicano lo stato di dissoluzione della materia, nera e decomposta, troviamo infatti Nel Rosarium philosophorum, una raccolta di dottrine alchimistiche del XIV secolo, che: “E sappiate che la testa dell’arte è il corvo che vola senz’ali nel nero della notte e nella luce del giorno”.
L’aspetto legato alla morte si deve certamente al colore delle piume, ma anche all’abitudine del corvo di nutrirsi di carogne o animali morenti; sembra che il corvo imperiale vegliasse i condannati al patibolo in attesa dell’esecuzione da qui anche il significato di annunciatore di disgrazie.
Dalla mitologia greca sappiamo che Apollo s’innamorò di Coronide (che in greco significa Cornacchia) e ordinò a un corvo dalle piume bianche di fare la guardia alla sua amata mentre lui si trovava a Delfi. Il corvo però, al ritprno di Apollo, non riferì dell’infedeltà di Coronide che tradì con Ischide. Così Apollo, per punizione, trasformo le bianche penne del corvo in nere.
Il corvo era considerato uccello sacro di Odino (mitologia scandinava), egli ne possedeva due: Huginn (pensiero) e Muninn (memoria), ogni mattina li lasciava liberi di volare per il mondo e alla sera i corvi tornavano, gli si posavano su una spalla e gli raccontavano ciò che avevano visto e sentito.
Nella raccolta Le fiabe del focolare dei Grimm, troviamo due fiabe con protagonisti i corvi: I sette corvi (25) e Il Corvo (93). In entrambe le fiabe il corvo
è il risultato di una maledizione o, meglio, di un desiderio negativo; infatti
nella prima è un padre che esprime, con rabbia, il desiderio che i 7 figli
diventino corvi; nella fiaba Il Corvo è invece una madre che, di fronte ad una
figlia fin troppo vivace si lascia andare a questo insano desiderio:
-Vorrei che fossi un corvo e che volassi via, così sarei tranquilla-. Aveva appena pronunciato queste parole che la bimba si tramutò in corvo e volò via dalle sue braccia, fuori dalla finestra. Volò lontano, senza che nessuno potesse raggiungerla.
In entrambe le fiabe i corvi non agiscono, vengono imprigionati in un castello/palazzo di vetro sotto la sorveglianza di un nano (in I sette corvi) e di tre giganti (ne Il Corvo), luoghi non accessibile agli umani.
Il Corvo lo vediamo tra i tre
dottori al capezzale del burattino Pinocchio; insieme al Corvo si trova (oltre
al Grillo parlante) la Civetta. E nella tradizione, il Corvo è spesso
antagonista della Civetta, essendo spesso identificato con il sole e la Civetta
con il regno della notte:
Il Panchatantra […] narra del conflitto tra la civetta e il corvo: a proposito del quale, già nel Mahabarata, si dice che la civetta uccide i corvi di notte, mentre questi dormono…
Lo stesso Aristotele, nel suo scritto sugli animali, sostiene che il corvo distrugge il nido della civetta di giorno e questa a sua volta il nido di quegli durante la notte. poiché in altre tradizioni - dall'antica germanica alla pellerossa delle praterie - il corvo è animale "solare", si potrebbe pensare qui a una lotta fra il giorno e la notte. Il corvo, d'altronde, è animale dallo statuto simbolico segnato da una forte bipolarità, e rappresenta anche la notte senza luna, dinanzi alla quale la civetta - illuminata dai suoi grandi occhi e dalla sua astuzia proverbiale - rappresenterebbe invece la notte lunare, quella durante la quale si possono discernere le cose.
Nella tradizione bizantina ed europea, dove questi racconti vengono senza sosta ripresi e rielaborati, talora i ruoli s'invertono: è il corvo che sta per essere proclamato re, e la civetta che invece si oppone. (tratto da Airesis)
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Pieter Bruegel, particolare del Trionfo della Morte, 1562 ca. dove vediamo uomini lasciati in balia dei corvi. |
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