Storia della Fiaba

Fiaba è un termine spesso confuso con favola e novella, vediamo quindi cosa indicano, a grandi linee, questi tre definizioni. Sotto il termine favola rientrano tutte le favole di Esopo o Fedro dove i protagonisti sono animali (per es. La cicala e la formica di Esopo o Il corvo e la gru di Fedro); la favola presenta una morale esplicita e dichiarata che inizia spesso con “…la morale è che…” oppure “cari bambini se non vi comportate bene…”; a differenza della fiaba è riconosciuto come appartenente ad un autore specifico.

La fiaba, come è Biancaneve o Cenerentola, non ha una morale esplicita, spesso ha un insieme di significati nascosti che risalgono a credenze ataviche, legate spesso a riti di iniziazione, metamorfosi legate al passaggio dall’età infantile a quella adulta (passaggio dalla vita familiare a quella sociale). Appartiene quindi alla cultura e alle tradizioni di un popolo e i suoi "autori" in realtà sono dei trascrittori, tra questi i Fratelli Grimm, Charles Perrault ed Italo Calvino. La novella, invece, ha un autore che la crea e non la riprende da una tradizione, è il caso di Andersen con novelle come La piccola fiammiferaia o La Sirenetta.

La fiaba deve la sua lunga vita fino ai giorni nostri, grazie alla trasmissione orale; molti di noi ricordano le fiabe delle nonne ai nipotini ma, in tempi meno recenti, la fiaba veniva raccontata anche tra gli adulti, mentre svolgevano le normali attività quotidiane; questo perché erano alla base della cultura del popolo e ne tramandavano la cultura, gli insegnamenti, la saggezza. E’ grazie all’interesse di studiosi di tradizioni popolari, letterati o linguisti come i Fratelli Grimm, Charles Perrault o il nostro Italo Calvino che tante fiabe sono state poi trascritte in raccolte. In Europa la prima raccolta scritta fu Lo Cunto de li Cunti overo lo trattenemiento de' Peccerille spesso denominato Pentamerone (1634-1636) di Giambattista Basile (1575-1632). Il testo, non potendo essere riferito in prima persona, in quanto l’autore non è il creatore delle fiabe, è narrato da dieci anziane donne che raccontano nell’arco di cinque giorni, in dialetto napoletano, un totale di cinquanta fiabe. La seconda raccolta, apparsa nel 1696, è I racconti di mamma l’Oca del francese Charles Perrault; a lui si deve la prima trascrizione di Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Pollicino, La bella addormentata nel bosco e Il gatto con gli stivali. Queste prime raccolte daranno l’input ad un periodo più fecondo per la fiaba, il Romanticismo. Il periodo romantico valorizza lo spirito del popolo detentore, con le sue tradizioni, i suoi riti e il suo linguaggio, del vero spirito di un popolo. Non è più il '700 di Charles Perrault che inserisce le fiabe nelle scenografie della corte del Re Sole (Luigi XIV) e raccontate per allietare la nobiltà del tempo. E’ nel periodo romantico, quindi, che vediamo all’opera i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, il primo bibliotecario e studioso di letteratura, il secondo studioso di diritto e grammatica. Nel 1812 pubblicano un’importante raccolta di fiabe Fiabe dei bambini e della casa che nel 2005 sarà proclamata dall’UNESCO “patrimonio dell’Umanità”. Sulla spinta del successo della fiaba “raccolta e trascritta” vi furono anche veri e propri autori come il danese Hans Christian Andersen (1805-1875), autore di celebri fiabe tra cui La Sirenetta, Il brutto anatroccolo e Il soldatino di stagno. Ci si accorge ben presto che le fiabe non sono solo materia per addormentare i bambini, anzi, molte fiabe contengono immagini atroci di violenza, omicidi, delitti e cattiveria che portano gli studiosi di varie discipline ad analizzare tali contenuti. Le fiabe diventano così oggetto di studi scientifici, psicanalitici, antropologici, simbolici. Nel corso del secolo il fascino di questo genere letterario contagia scrittori affermati quali Italo Calvino, che nel 1956 pubblica le Fiabe italiane, una raccolta di racconti fiabeschi provenienti dalle varie province d’Italia e da lui tradotte dal dialetto all’italiano.


Commenti

  1. Wow! Grande iniziativa! E mi sa che sono pure il primo a commentare qui..... Non vedo però qui in giro il pulsantino "Follow"...Mah!?!?
    P.S.: Ma allora il titolo del mio post "La fiaba del coniglio...." contiene un errore madornale????

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    1. Sì, ben arrivatoooo! sei il primo commentatore (ci ha impiegato un po' di ore ad arrivare ma forse perchè il blog è appena nato). Nel senso che la fiaba del coniglio sia in realtà una favola? in effetti ci sono animali ma anche una persona, e gli animali hanno caratteristiche umane però, secondo me, rientra più nelle leggende che danno una spiegazione fantasiosa, all'esistenza di vari fenomeni: perchè la luna ha quell'aspetto? Ecco la risposta nella storia del coniglietto. Il tasto follow...ehm...dov'è, che disordine, lo metterò! Grazie

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  2. Bellissimo post e ottimo inizio per un blog al quale auguro tutta la fortuna di questo mondo! Inutile dire che ti starò tra i piedi anche qui, visto che l'argomento mi interessa moltissimo. Complimenti per l'idea e in bocca al lupo per questa nuova esperienza!

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    1. Sai, come dicevo a TheObsdianMirror i commenti sono arrivati solo ora, e mi chiedevo appunto "ma dov'è Romina? qualcosa non funziona", vedi? se sparisci è il panico, quindi seguimi passo passo o post post. Grazie mille!

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  3. Innanzitutto, in bocca al lupo!, così siamo in tema fiabesco. In secondo luogo, grazie per la premessa. Alcune cose le ricordavo, come l'importanza dei raccoglitori e compilatori di fiabe. Non ho ancora letto le fiabe in versione originale, ma mi riprometto di farlo dato che ho speso un euro (!) nell'omnibus dei fratelli Grimm.
    Una curiosità. Nell'introduzione di "Il magnifico mago di Oz" Baum asserisce che il suo intento è di creare una fiaba moderna, eliminando tutti gli elementi truculenti legati alle prove e alla lotta contro il male. Oggi ai bambini raccontiamo fiabe edulcorate, che la modernità abbia influenzato effettivamente il nostro modo di raccontarle?

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    1. Crepi il povero lupo! Riguardo alla tua curiosità: credo che una certa psicologia abbia inteso come traumatizzante l'aspetto della violenza, del macabro (se leggi il mio nuovo post su Andersen, vedrai quanti personaggi nelle sue fiabe hanno subito delle mutilazioni fisiche) e ha voluto far prevalere il bene nascondendo il male, facendo finta che non ci sia. In realtà quando il bambino ascolta una fiaba e sente parlare del "cattivo" sa, per istinto, che dietro l'angolo ci sarà un eroe che sconfiggerà il male; e il bambino si schiera dalla parte dell'eroe/bene e lo aspetta. Capisce che ci sono questi due aspetti ma il secondo, cosa fondamentale per lui, dominerà.
      E adesso parliamo di economia!? A volte un piccolo investimento di 1€ può portare grandi frutti!

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