Andersen e l'Audace Soldatino di Stagno


Era il più piccolo di 25 fratelli: 
I soldatini si assomigliavano in ogni particolare, solo l'ultimo era un po' diverso: aveva una gamba sola perché era stato fuso per ultimo e non c'era stato stagno a sufficienza! Comunque stava ben dritto sulla sua unica gamba come gli altri sulle loro due gambe … 
Andersen, che non ama gli eroi, avrebbe potuto dire che il soldatino aveva una sola gamba perché l’aveva perduta in guerra come un eroe e creare fin dall’inizio un personaggio vincente, invece ci dice che aveva una sola gamba perché non era bastato lo stagno. Ci dice anche, però, che stava in piedi esattamente come gli altri che ne avevano due, aveva, quindi, la vera tenacia che ci si aspetta da un soldato. Gran parte della fiaba racconta il viaggio del soldatino, un viaggio in balia dell’acqua, una sorta di navigazione; l’acqua d’altronde, insieme al fuoco, è simbolo di purificazione. E, proprio nel fuoco, sarà  l' ultimo viaggio del soldatino.
Il Soldatino di Stagno
Illustrazione di Paola Andreatta.
Altre opere della stessa autrice
sono visibili nel blog:
http://paola19and.blogspot.com/ 
Il viaggio acquatico comincia con un improvviso acquazzone che fa muovere il soldatino di piombo, fino a quel momento immobile a terra; viaggio che comincia con acqua che viene dal cielo e che, come vedremo, lo porterà alla fine del percorso nell'acqua profonda, un viaggio quindi, non solo in orizzontale, ma anche in verticale, dall'alto verso il basso. Il soldatino si ritrova in un rigagnolo d’acqua fino a quando due bambini lo mettono in una barchetta di carta; la corrente lo trascina fin quasi dentro le fogne, acqua scura, minacciosa, simbolo di peccato dove vive un grosso topo che chiede al soldatino il passaporto per poter passare: il soldatino è uno sconosciuto in quel luogo, lui viveva nella stanza di un bambino e lì deve tornare; riesce a sfuggire al topo e quando l’acqua comincia ad essere tranquilla e il soldatino comincia a godersi il paesaggio dalla sua barca, ecco che, all’improvviso, altra acqua rumorosa e minacciosa: una cascata che cattura il soldatino e lo trascina con la sua barchetta di carta giù in fondo al lago (o al mare, non è specificato) e, nell’acqua calma del fondale, viene inghiottito da un grosso pesce. L’acqua non abbandona il soldatino che infatti non si adagerà sul fondale (la terra) ma verrà immediatamente ingoiato da un pesce. La terra simbolo di rinascita ma anche di morte non può ancora ingoiare nelle sue viscere il soldatino che non ha ancora concluso il suo viaggio di ritorno. Le uniche viscere che lo accoglieranno saranno quelle vive del pesce; abbiamo uno scambio vitale tra i due personaggi: in un primo momento il pesce inghiotte il soldatino, tenendolo vivo (come capita a Pinocchio nel pescecane) ma quando il pesce verrà pescato e portato nella cucina della casa, allora lì verrà sventrato e la sua morte lascerà libero e in vita il soldatino (e qui l'immagine ci riporta a Cappuccetto Rosso liberato dalla pancia del lupo). Tornato a casa però un altro bambino lo getterà nella stufa; la ballerina con un balzo (Andersen ci dice per un colpo di vento) lo raggiungerà nel fuoco dove il soldatino si sentiva sciogliere. Quando il giorno dopo la domestica toglierà la cenere, del soldatino troverà solo il cuoricino di stagno e della ballerina il lustrino (che teneva sul corpetto, n.d.a) tutto bruciacchiato e annerito.
Il Soldatino di Piombo si innamora di chi pensa possa completarlo: una ballerina classica di carta con una gamba sola, in realtà l’altra gamba è nascosta dalla gonna in un passo di danza. 
Il Soldatino ha trovato l’altra gamba, quella che lo renderebbe stabile emotivamente, gli darebbe l’equilibrio interiore tanto ricercato da ogni essere umano. Ma arriva lo scoccare della mezzanotte. Lo scoccare della mezzanotte nelle fiabe dà il via al cambio di scena; scocca la mezzanotte e non si ha solo il termine di un giorno e l’inizio del successivo, ma anche l’incantesimo, la maledizione, la magia che lascia a bocca aperta e in attesa del colpo di scena chi ascolta. Muore un giorno e muore tutto ciò che il protagonista ha vissuto fino ad allora; nasce un nuovo giorno e subito intuiamo che il protagonista vivrà nuove situazioni. E adesso che cosa succederà, ci chiediamo? Il soldatino di piombo, alla fatidica ora, si ritrova davanti un troll nero che fuoriesce da una tabacchiera: 
"Soldato!" disse il troll "smettila di guardare gli altri!" Ma il soldatino finse di non sentire. "Aspetta domani e vedrai!" gli disse il troll. 
E così subisce una maledizione che lo porterà, come tanti protagonisti di fiabe, a peregrinare ed affrontare ogni sorta di difficoltà, un viaggio di espiazione della condanna, un viaggio di crescita e trasformazione per tornare infine da dove si è partiti. Il soldatino parte dal suo luogo ideale, la stanza dei giochi di un bambino, qui ha tutto ciò che un giocattolo può desiderare: è il preferito dal bambino; come uomo ha conosciuto l’amore verso la ballerina; come individuo sociale ha 24 fratelli con i quali condivide una casa (la scatola con la quale è uscito dalla fabbrica ed ogni sera viene riposto) e ha tanti amici giocattoli con i quali, calata la notte e tutti gli abitanti umani della casa dormono, si divertono. Il Troll nella cultura scandinava è un essere mostruoso e malvagio e soprattutto acerrimo nemico degli uomini, forse per questa sua atavica antipatia, Andersen lo sceglie per ostacolare l’amore tra il soldatino e la ballerina.

Vedi il post: Giona, Pinocchio, il Barone di Munchhausen e il Soldatino di Piombo...Viaggio dentro il ventre della "balena"

Commenti

  1. da bambina ero affascinata dal fatto che la mezzanotte corrispondeva per Cenerentola alla fine del suo sogno mentre per gli oggetti inanimati corrispondeva alla vita.

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    1. Anche a me il momento dell'incantesimo che terminava la sua efficacia mi affascinava nel vedere, o immaginare, tutti i personaggi che riprendevano la loro vita, agitati, disincantati, tutti di fretta a riprendere il loro posto, come svegliati all'improvviso.

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  2. Sono sempre stato dalla parte del soldatino di stagno. Poverino, e che fiaba commovente!
    Non posso non citare la canzone dei Trick or Treat, "Tin soldiers", che parla d'altro ma anche qui traspare una certa umanità nei soldatini. L'altra faccia dell'umanità.

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  3. Quando ero piccola avevo una video cassetta sul soldatino di stagno e la scena del camino in cui i due bruciano mi ha traumatizzata a lungo. Una storia davvero tristissima, però continuo ad ammirare Andersen proprio per questa sua capacità di parlare degli ultimi e degli "sbagliati".

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  4. Ciao Marcella, intanto complimenti per il blog! E' fatto veramente molto bene ed è molto ben scritto. Il soldatino di piombo è una delle mie fiabe preferite, da bambino ci viaggiavo moltissimo! Hai messo in luce giustamente l'elemento 'ciclico', che poi è la chiave di lettura della fiaba: elemento che viene poi superato da quel destino avverso, un destino che è così onnipresente nella cultura nordeuropea.

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    1. Grazie Giuseppe, sai del soldatino di stagno ho parlato anche in un post sul viaggio all'interno del ventre della balena che hanno intrapreso alcuni personaggi delle fiabe, tra cui appunto il soldatino e Pinocchio (http://fiabeinanalisi.blogspot.it/2013/01/giona-pinocchio-il-barone-di.html).
      Sono andata a vedere il tuo blog, davvero interessante, l'ho messo nel blogroll dell'altro mio blog Kokoro di Orlando. Andrò a leggerlo oggi con più calma.
      E' vero l'elemento ciclico è molto evidente nel soldatino di stagno, in questa fiaba si nota molto bene che la ciclicità è legata sia all'opposizione bene e male che alla metafora del viaggio. Grazie per il commento!

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  5. Grazie a te, ti ho appena aggiunta anch'io! Mi sposto immediatamente sull'altro post, allora!

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  6. Da appassionata dei film targati Disney, ho immediatamente pensato alla sequenza relativa alla fiaba in Fantasia 2000, su musica di Shostakovic *__* Ovviamente il finale è rassicurante in questo caso;)

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  7. Grazie Glò, mi dai sempre spunti di approfondimento :)

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