Tra le figure più
spaventose ed affascinanti delle fiabe ci sono la strega e la vecchia. Praticano
incantesimi e mandano malefici sono fate cattive e vecchie malvagie, possono essere vecchie
streghe che nascondono, al loro interno, una bella fanciulla che aspetta soltanto
che l’incantesimo svanisca e possa riprendere il suo giovane aspetto. E' il caso della
strega di Biancaneve, dove, sotto l’aspetto di una vecchia rugosa e
mostruosa si nasconde la bella Regina Grimilde; come se la trasformazione avesse
rovesciato la regina che diventa brutta e perfida come è in realtà
interiormente. Esiste anche la figura della vecchia mangiatrice di bambini,
mangia i bambini come volesse riappropriarsi delle forze giovani, che la vecchia ha ormai perduto; la più conosciuta è sicuramente la strega di Hansel e
Gretel, vive in un posto dolce e appetitoso: una casetta di marzapane, in
realtà è lei ad essere golosa di bambini.
Le parti estratte dalla fiaba sono una traduzione di Vale76 (www.paroledautore.net) tradotte dalla versione francese reperita sul sito www.russievirtuelle.com.
La vecchia negativa è, in questo caso, come se fosse
testimone della fine della Grande Madre, la Madre Natura invecchiata che non
partorisce più ma dà la morte o si nutre della vita dei bambini. Nella
mitologia e nelle fiabe russe troviamo Baba Yaga (gamba
d’osso), così viene descritta nella fiaba Vassilissa
la Bella:
“Veramente orrenda, viaggiava su un mortaio che si spostava da solo. Guidava questo veicolo con un remo a forma di pestello, e intanto cancellava le tracce alle sue spalle con una scopa fatta con capelli di persone morte da gran tempo. E il mortaio volava nel cielo con i capelli grassi di Baba-Yaga che svolazzavano dietro. Il lungo mento era ricurvo verso l'alto e il lungo naso verso il basso, così si incontravano al centro. Aveva una barbetta a punta tutta bianca e verruche sulla pelle. Le unghie nere erano spesse e ricurve e tanto lunghe che non poteva chiudere la mano a pugno.”
Vive in una
casa nel bosco in realtà è una casa provvista di zampe e può spostarsi anche
esternamente al bosco) dalla fiaba menzionata così viene descritta la sua
abitazione:
“La casa era fatta di ossa, di teschi e di occhi, ed era sorretta da colonne fatte di gambe umane. Le maniglie delle porte e delle finestre erano fatte con dita di mani e piedi umani, e il chiavistello era un grugno di denti appuntiti.”
Alla figura di Baba Yaga
si collega la leggenda dei tre cavalieri, che Baba Yaga considera i suoi
servitori: il Cavaliere bianco, che rappresenta il giorno; il Cavaliere
rosso, che rappresenta il sole; il Cavaliere nero, che rappresenta la
notte. Quando Vassilissa chiede alla strega chi essi siano, Baba Yaga risponde: "la mia alba luminosa, il mio sole e la mia notte scura". Baba Yaga, quindi,
controlla il tempo, il dì e la notte. Quando Vassilissa vuole sapere di più sui
tre cavallieri, la strega risponde: "non tutte le domande portano buon
pro; molto saprai, presto invecchierai". Secondo Propp, la Baba Yaga non
faceva altro che ribadire un principio sacro a livello iniziatico in base al
quale l’anziano della comunità trasferiva tutto il suo sapere agli iniziati
solo in punto di morte, lasciando le proprie conoscenze in eredità:
"raccontare tutto" voleva dire, quindi "accingersi a
morire". Ecco perché la Baba Yaga non vuole rispondere a tutte le domande
di Vassilissa, dicendole di non farne troppe. Baba Yaga si identifica con la natura selvaggia, ne conosce i segreti e sembra che la natura possa sottostare ai suoi voleri e alle sue magie. In alcune versioni a Baba
Yaga sono affidate delle fanciulle (da una matrigna o dal padre spinto a tale
gesto dalla nuova moglie) che lei sottopone a pesanti lavori, minacciando di
mangiarle se ogni compito non venisse svolto nel modo migliore. Ad aiutare le
fanciulle troviamo, in una prima fiaba, i servitori della Baba Yaga (un cane,
una betulla, un aiutante e un gatto, quest’ultimo di solito compagno fedele
delle streghe) si ribellano alla Baba Yaga, aiutando la fanciulla a fuggire; in
una seconda fiaba troviamo dei topini che, in cambio di cibo, aiutano la
fanciulla a compiere i suoi lavori senza troppa fatica; nella versione invece
di Vassilissa la Bella, troviamo che, ad aiutare la ragazza, sarà la bambola
donata dalla mamma in punto di morte. Così viene raccontata la morte della
madre, in realtà raccontata come la morte della moglie del padre, con cui si
apre la fiaba: “Sua moglie morì quando la piccola aveva otto anni. Sentendo la
fine avvicinarsi, la madre chiamò a sé la bambina, e da sotto le coperte tirò
fuori una bambolina che come Vassillissa indossava stivaletti rossi,
grembiulino bianco, gonna nera e corsetto ricamato e le disse:
“Ascolta le mie ultime parole, e ubbidisci alle mie ultime volontà. Prendi questa bambola, è il mio dono per te con la mia benedizione materna; conservala con cura, non mostrarla a nessuno, e nutrila quando ha fame. Se ti troverai in difficoltà, chiedile aiuto, essa ti dirà che cosa fare.”
Secondo Vladimir Propp la bambola di questo tipo
funge da sostituto della persona morta, depositaria dell’animo del defunto che
così continua ad essere presente nella vita dei familiari. In effetti, però, la bambola indossa gli
stessi indumenti di Vassilissa, ci viene cioè presentata come una piccola
Vassilissa; è a lei che la bambina si rivolgerà per chiedere aiuto e sostegno
come fosse una nuova madre ma anche come
fosse la sua stessa coscienza. Vassilissa otterrà aiuto se riuscirà a guardare
dentro se stessa ossia la bambola che la rappresenta. La bambola-feticcio con le sembianze di Vassilissa
è il vero sostegno che rimane alla bambina dopo la morte della madre, potremmo
dire che ricorda le matrioske. La matrioska è formata da una bambola, detta
madre, che contiene un’altra bambola più giovane che a sua volta ne contiene
un’altra più piccola e così fino ad arrivare all’ultima molto piccola, non si
apre e non contiene nessuno, è detta: il seme. Il seme in realtà contiene il
tutto poiché è destinato a diventare Madre. La bambola-fantoccio donata a
Vassilissa è il seme, l’essenza della bambina che, alla fine della storia,
ormai donna, sposerà lo Zar e quindi, probabilmente, sarà madre.
Le parti estratte dalla fiaba sono una traduzione di Vale76 (www.paroledautore.net) tradotte dalla versione francese reperita sul sito www.russievirtuelle.com.
Che bella la Baba Yaga! Ok, forse bella no, però... Ce n'è una (quasi) anche in un libro di cui scriverò a brevissimo. (L'autore è polacco.)
RispondiEliminaSì Baba Yaga non brilla per la bellezza, però mi piace la casetta con le zampe. Quando uscirà il tuo post, possiamo fare scambio link, se pensi che possa esserci una certa attinenza tra i due post:)
EliminaLa Baba Yaga la cito soltanto, per cui uno scambio è eccessivo. Però magari ti strizzerò l'occhiolino!
EliminaInteressante la figura della Baba Yaga. E io che pensavo fosse solo il titolo di un vecchio film anni Settanta...
RispondiEliminaHo visto il trailer del film, immagino che tu abbia avuto una brutta sorpresa a scoprire la vera Baba Yaga.
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