Vassilissa la Bella e Baba Yaga

Tra le figure più spaventose ed affascinanti delle fiabe ci sono la strega e la vecchia. Praticano incantesimi e mandano malefici sono fate cattive e vecchie malvagie, possono essere vecchie streghe che nascondono, al loro interno, una bella fanciulla che aspetta soltanto che l’incantesimo svanisca e possa riprendere il suo giovane aspetto. E' il caso della strega di Biancaneve, dove, sotto l’aspetto di una vecchia rugosa e mostruosa si nasconde la bella Regina Grimilde; come se la trasformazione avesse rovesciato la regina che diventa brutta e perfida come è in realtà interiormente. Esiste anche la figura della vecchia mangiatrice di bambini, mangia i bambini come volesse riappropriarsi delle forze giovani, che la vecchia ha ormai perduto; la più conosciuta è sicuramente la strega di Hansel e Gretel, vive in un posto dolce e appetitoso: una casetta di marzapane, in realtà è lei ad essere golosa di bambini. 
La vecchia negativa è, in questo caso, come se fosse testimone della fine della Grande Madre, la Madre Natura invecchiata che non partorisce più ma dà la morte o si nutre della vita dei bambini. Nella mitologia e nelle fiabe russe troviamo Baba Yaga (gamba d’osso), così viene descritta nella fiaba Vassilissa la Bella
“Veramente orrenda, viaggiava su un mortaio che si spostava da solo. Guidava questo veicolo con un remo a forma di pestello, e intanto cancellava le tracce alle sue spalle con una scopa fatta con capelli di persone morte da gran tempo. E il mortaio volava nel cielo con i capelli grassi di Baba-Yaga che svolazzavano dietro. Il lungo mento era ricurvo verso l'alto e il lungo naso verso il basso, così si incontravano al centro. Aveva una barbetta a punta tutta bianca e verruche sulla pelle. Le unghie nere erano spesse e ricurve e tanto lunghe che non poteva chiudere la mano a pugno.” 
Vive in una casa nel bosco in realtà è una casa provvista di zampe e può spostarsi anche esternamente al bosco) dalla fiaba menzionata così viene descritta la sua abitazione: 
“La casa era fatta di ossa, di teschi e di occhi, ed era sorretta da colonne fatte di gambe umane. Le maniglie delle porte e delle finestre erano fatte con dita di mani e piedi umani, e il chiavistello era un grugno di denti appuntiti.” 
 Alla figura di Baba Yaga si collega la leggenda dei tre cavalieri, che Baba Yaga considera i suoi servitori: il Cavaliere bianco, che rappresenta il giorno; il Cavaliere rosso, che rappresenta il sole; il Cavaliere nero, che rappresenta la notte. Quando Vassilissa chiede alla strega chi essi siano, Baba Yaga risponde: "la mia alba luminosa, il mio sole e la mia notte scura". Baba Yaga, quindi, controlla il tempo, il dì e la notte. Quando Vassilissa vuole sapere di più sui tre cavallieri, la strega risponde: "non tutte le domande portano buon pro; molto saprai, presto invecchierai". Secondo Propp, la Baba Yaga non faceva altro che ribadire un principio sacro a livello iniziatico in base al quale l’anziano della comunità trasferiva tutto il suo sapere agli iniziati solo in punto di morte, lasciando le proprie conoscenze in eredità: "raccontare tutto" voleva dire, quindi "accingersi a morire". Ecco perché la Baba Yaga non vuole rispondere a tutte le domande di Vassilissa, dicendole di non farne troppe. Baba Yaga si identifica con la natura selvaggia, ne conosce i segreti e sembra che la natura possa sottostare ai suoi voleri e alle sue magie. In alcune versioni a Baba Yaga sono affidate delle fanciulle (da una matrigna o dal padre spinto a tale gesto dalla nuova moglie) che lei sottopone a pesanti lavori, minacciando di mangiarle se ogni compito non venisse svolto nel modo migliore. Ad aiutare le fanciulle troviamo, in una prima fiaba, i servitori della Baba Yaga (un cane, una betulla, un aiutante e un gatto, quest’ultimo di solito compagno fedele delle streghe) si ribellano alla Baba Yaga, aiutando la fanciulla a fuggire; in una seconda fiaba troviamo dei topini che, in cambio di cibo, aiutano la fanciulla a compiere i suoi lavori senza troppa fatica; nella versione invece di Vassilissa la Bella, troviamo che, ad aiutare la ragazza, sarà la bambola donata dalla mamma in punto di morte. Così viene raccontata la morte della madre, in realtà raccontata come la morte della moglie del padre, con cui si apre la fiaba: “Sua moglie morì quando la piccola aveva otto anni. Sentendo la fine avvicinarsi, la madre chiamò a sé la bambina, e da sotto le coperte tirò fuori una bambolina che come Vassillissa indossava stivaletti rossi, grembiulino bianco, gonna nera e corsetto ricamato e le disse:


“Ascolta le mie ultime parole, e ubbidisci alle mie ultime volontà. Prendi questa bambola, è il mio dono per te con la mia benedizione materna; conservala con cura, non mostrarla a nessuno, e nutrila quando ha fame. Se ti troverai in difficoltà, chiedile aiuto, essa ti dirà che cosa fare.”
Secondo Vladimir Propp la bambola di questo tipo funge da sostituto della persona morta, depositaria dell’animo del defunto che così continua ad essere presente nella vita dei familiari.  In effetti, però, la bambola indossa gli stessi indumenti di Vassilissa, ci viene cioè presentata come una piccola Vassilissa; è a lei che la bambina si rivolgerà per chiedere aiuto e sostegno come fosse una nuova madre  ma anche come fosse la sua stessa coscienza. Vassilissa otterrà aiuto se riuscirà a guardare dentro se stessa ossia la bambola che la rappresenta. La bambola-feticcio con le sembianze di Vassilissa è il vero sostegno che rimane alla bambina dopo la morte della madre, potremmo dire che ricorda le matrioske. La matrioska è formata da una bambola, detta madre, che contiene un’altra bambola più giovane che a sua volta ne contiene un’altra più piccola e così fino ad arrivare all’ultima molto piccola, non si apre e non contiene nessuno, è detta: il seme. Il seme in realtà contiene il tutto poiché è destinato a diventare Madre. La bambola-fantoccio donata a Vassilissa è il seme, l’essenza della bambina che, alla fine della storia, ormai donna, sposerà lo Zar e quindi, probabilmente, sarà madre.


Le parti estratte dalla fiaba sono una traduzione di Vale76 (www.paroledautore.net) tradotte dalla versione francese reperita sul sito www.russievirtuelle.com.

Commenti

  1. Che bella la Baba Yaga! Ok, forse bella no, però... Ce n'è una (quasi) anche in un libro di cui scriverò a brevissimo. (L'autore è polacco.)

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    1. Sì Baba Yaga non brilla per la bellezza, però mi piace la casetta con le zampe. Quando uscirà il tuo post, possiamo fare scambio link, se pensi che possa esserci una certa attinenza tra i due post:)

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    2. La Baba Yaga la cito soltanto, per cui uno scambio è eccessivo. Però magari ti strizzerò l'occhiolino!

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  2. Interessante la figura della Baba Yaga. E io che pensavo fosse solo il titolo di un vecchio film anni Settanta...

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    1. Ho visto il trailer del film, immagino che tu abbia avuto una brutta sorpresa a scoprire la vera Baba Yaga.

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